TRATTAMENTO DEI DIGESTATI PER IL RECUPERO DELL’AZOTO AMMONIACALE SOTTOFORMA DI STRUVITE

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Alessio Siciliano
Carlo Limonti
Maria Assuntina Stillitano
Sara Panico
Gilberto Garuti

Abstract

L’utilizzo a scopi agronomici dei digestati richiede un’ attenta gestione per limitare il rilascio incontrollato dell’azoto ammoniacale. Una valida soluzione per limitare tali problematiche è rappresentata dal  recupero dell’NH4+ sottoforma di struvite (MgNH4PO4·6H2O). Tale processo richiede l’aggiunta di opportune quantità di reattivi a base di magnesio e fosforo ed è fortemente influenzato dalle condizioni operative del trattamento. Nel presente lavoro è stato messo a punto il processo di precipitazione della struvite per il trattamento dei digestati ottenuti da fanghi di depurazione e reflui agroindustriali. Numerosi test sono stati condotti utilizzando sia reattivi commerciali sia sottoprodotti di scarto. I risultati hanno consentito di individuare le condizioni operative ottimali in grado di massimizzare le rese di recupero dell’ azoto ammoniacale. In particolare, le migliori efficienze sono state ottenute utilizzando solfato di magnesio ed acido fosforico. Dosando tali composti con rapporti molari pari a N/Mg/P =1/1.3/1.3, e correggendo il pH a 9, è stato possibile ottenere rese di abbattimento dell’NH4+ del 95%. Tali rese si sono ridotte di circa il 20% utilizzando reagenti contenenti cationi quali sodio, calcio o potassio, in grado di interferire con il processo di generazione dei cristalli di struvite. Adoperando la farina d’ossa ed il cloruro di magnesio marino, quali reattivi a basso costo, è stato possibile raggiungere efficienze soddisfacenti, prossime all’85%. Il ricorso a tali reattivi non convenzionali può risultare particolarmente vantaggioso in quanto consentirebbe di ridurre notevolmente il costo del processo.

 

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Sezione
Articoli di ricerca
Biografia autore

Alessio Siciliano, Università della Calabria

Ricercatore confermato del SDD ICAR03 presso il Dipartimento di Ingegneria per l'Ambiente ed il Territorio ed Ingegneria Chimica dell'Università della Calabria,