STRATEGIE DI RILEVAMENTO CON METODOLOGIE INTEGRATE GEOLOGICHE E GEOFISICHE PER L’INDIVIDUAZIONE DI AREE DI DISCARICA
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Abstract
Oggi nello studio di siti adibiti a discarica ed in particolar modo per quelli divenuti tali a seguito di azioni illecite, risulta di fondamentale importanza la comprensione preliminare dell’estensione e della morfologia dell’area interessata dall’accumulo di rifiuti così come delle interrelazioni tra gli stessi ed il territorio circostante ed, in particolare, nel rilascio di percolato e biogas. I metodi di seguito proposti, pur seguendo due approcci distinti, hanno il fine comune di consentire la necessaria consapevolezza per pianificare e gestire al meglio ogni successiva azione di indagine e caratterizzazione puntuale che altrimenti si rivelerebbe sicuramente dispendiosa e non sempre efficace. Questo articolo riporta due casi studio condotti dai partecipanti del gruppo di lavoro con l’intento di mostrare il vasto campo di applicazione delle metodologie geofisiche nel rilevamento e nell’indagine delle principali caratteristiche di una discarica di rifiuti solidi. La presenza di discariche, in cui al corpo rifiuti spesso si associano biogas e percolato, determinano importanti variazioni di alcuni parametri fisico-chimici, individuabili mediante l’utilizzo di tecniche non invasive di tipo geofisico. Lo scopo del presente lavoro è l’analisi delle potenzialità e dei limiti dell’integrazione di differenti metodi geofisici (tomografia elettrica di resistività, polarizzazione indotta, metodo magnetico e georadar) per la localizzazione di rifiuti interrati di diversa natura. Nel primo caso di studio elementi chiave di novità di questo approccio per la caratterizzazione e il monitoraggio dell’area di discarica sono la combinazione e l'integrazione di diversi approcci metodologici (geofisici e non), come l'uso parallelo e combinato di dati raccolti da satellite, aereo e in situ, che sono stati convalidati attraverso indagini geofisiche (metodi geoelettrici) e che hanno rivelato l'efficacia di questa strategia. La seconda parte di questo lavoro ha avuto lo scopo di verificare l’efficienza di antenne GPR (Ground Penetration Radar) a diversa frequenza (100 MHz – 270 MHz) e indagini magnetometriche gradiometriche in terreni di natura piroclastica dove sono stati interrati oggetti di varia natura e a diverse profondità. L’attività ha permesso di conseguire importanti informazioni sulla scelta della frequenza di utilizzo delle antenne GPR e tecniche magnetometriche in terreni piroclastici e sulla risposta che tale tecnica fornisce nell’identificazione di oggetti sepolti come fusti metallici e muretti in tufo.