IL LIFE CYCLE THINKING COME STRUMENTO PER LA VALUTAZIONE CRITICA DELLE POLITICHE DI ECONOMIA CIRCOLARE
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Abstract
Il concetto originario di sviluppo sostenibile si basa su tre pilastri: crescita economica, equità sociale e tutela dell'ambiente. Tuttavia, a livello di ricerca internazionale, non è stata ancora condivisa un'unica definizione di sostenibilità, con i suoi annessi indicatori. Analogamente, il concetto di economia circolare non è univoco. Esistono infatti diverse strategie per modificare, da lineari a circolari, le catene di produzione di beni e servizi. Tra gli strumenti tecnici di analisi delle strategie ambientali, la valutazione del ciclo di vita consente di indagare gli impatti ambientali dalla culla alla tomba in processi, prodotti, organizzazioni e territori; negli ultimi anni alcuni studi hanno anche incluso gli aspetti sociali ed economici, indagando la sostenibilità nel suo complesso. L'obiettivo di questo lavoro è fare il punto sulla recente letteratura su questi tre temi interconnessi – sostenibilità, economia circolare e valutazione del ciclo di vita - e mettere in luce alcune domande, lasciandole tuttavia aperte per il lettore. La circolarità è sempre positiva dal punto di vista ambientale? Può il life cycle thinking essere utile per valutare la sostenibilità delle politiche di economia circolare? In che modo i risultati ambientali dei diversi scenari possono essere comunicati in modo equo a interlocutori non esperti? Riflettere criticamente su questi aspetti è particolarmente rilevante per le politiche che si auto-definiscono più sostenibili di altre e che influenzano ingenti investimenti. Alcuni studi di life cycle thinking suggeriscono che gli effetti boomerang in campo ambientale e sociale possono ad esempio annullare i vantaggi delle strategie circolari. In questo contesto, l'uso di un unico indicatore di circolarità potrebbe non essere appropriato per mostrare la complessità degli impatti coinvolti in differenti scenari di gestione.